venerdì 22 ottobre 2010

Amabili Resti - recensione



Vedere un film sulla scomparsa-omicidio di una adolescente mentre in questo periodo la cronaca non parla d’altro, ha sicuramente accentuato in me il forte messaggio che lascia questa storia.
Ci si accorge dell’ambientazione negli anni ’70 solo per i vestiti che indossano i personaggi e per le date che spesso vengono ripetute, altrimenti potrebbe essere perfettamente un film dei giorni nostri (a parte il poco interesse che fatti del genere avevano in quegli anni, come all'inizio del film si afferma subito).
Non è certo questa la sede in cui dibattere di certi argomenti o del disgusto verso certe persone (se persone si possono chiamare), il film comunque approfondisce tutto perfettamente e ci si rende conto di ciò che può davvero trovarsi intorno a noi (lungometraggio tratto da un libro in effetti, anche se in questa occasione la trasposizione non si rivela evidente come invece nel caso del film che ho recensito giusto mercoledì, L’ultimo Dominatore dell’Aria).

Oltre all’aspetto dell’assassinio e di ciò che ne consegue, è interessante notare come la storia e l’abilità di un grande regista come Peter Jackson, rappresentino molto bene anche il concetto di limbo, purgatorio, fase di passaggio o come la volete chiamare, chiarendo anche il significato di “non troverà pace finché non sarà fatta giustizia”, frase che spesso gli affetti delle vittime ripetono nella realtà come in molti film, anche se finora non avevo ben compreso cosa volesse intendere.
Ovviamente non si può essere certi che l’aldilà sia davvero così, ma il film concretizza quello che è da sempre l’ideale collettivo, anche se non mancano degli elementi eccessivamente soprannaturali che interferiscono anche con il mondo reale, che non so fino a che punto sia stato lecito usare.

Recitazione ottima di tutti gli attori devo dire: dal padre ossessionato interpretato da Mark Wahlberg (che piano piano comincia ad essere un vero attore), alla giovanissima Saoirse Ronan nel ruolo della quattordicenne uccisa, per non parlare della sempre fantastica Susan Sarandon (favolosa come nonna eccentrica che dà un tocco di allegria ad una storia molto triste) e del perfetto Stanley Tucci che interpreta inquietantemente bene l’omicida, dimostrando di non essere solo bravo nei ruoli da “checca” (vedi Il Diavolo Veste Prada o Burlesque di prossima uscita) come lo hanno etichettato in molti.

Non voglio dilungarmi troppo nel tessere le lodi di questo film che porta alla luce valori come la famiglia, la forza dell’amore dei genitori sui figli (anche se possono dar noia, bisogna sempre ricordare che le raccomandazioni i genitori le dicono per il bene dei figli..anzi fossi io un genitore, dopo questo film non farei mai più uscire di casa i miei figli!), il messaggio che la vendetta non porta a nulla di buono,che bisogna andare avanti sempre e comunque ecc...Voglio solo consigliarlo fortemente a chi non lo ha ancora visto, perché è sicuramente un prodotto che merita attenzione. Ottima storia, profondo messaggio, eccellenti effetti visivi (e una ammirevole attenzione ai colori) il tutto rappresentato con chiarezza e fluidità. Se devo ripetermi: Consigliato? Sicuramente!

Vostro David

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