lunedì 23 gennaio 2012

The Help - recensione




Voglio scrivere la prima recensione del 2012 su questo film. Ironia della sorte non avrei neanche dovuto vederlo, ci si era organizzati per Benvenuti al Nord ma (sfortunatamente…o fortunatamente) era tutto pieno e così, sotto consiglio di un’amica, si è optato per questa pellicola tratta da un romanzo del 2009 di Kathryn Stockett. Uscito in America nell’agosto del 2011, è arrivato solo ora in Italia alquanto sottovoce (nonostante negli USA abbia avuto il consenso di critica e pubblico e diversi premi) per questo mi sembra opportuno scriverci su, sperando che non passi del tutto inosservato.

Ambientato negli anni ’60, The Help parla di una piccola cittadina del Mississippi con uno sguardo particolare alle vite delle domestiche di colore che hanno per “padrone” donne bianche dell’alta società, tra razzismo ritenuto perfettamente legittimo e idee di uguaglianza quasi illegali.

Sebbene la storia sia coinvolgente e toccante, il ritmo alquanto lento non la fa apprezzare pienamente, soprattutto all’inizio quando si espone la situazione di partenza. Pian piano però la trama inizia a delinearsi meglio, anche se il ritmo non accelera mai molto, e alla fine non pesano neanche troppo le 2 ore e mezza di pellicola.
L’aspetto interessante è che nonostante una vicenda assolutamente seria, il film non assume mai un tono troppo serioso (anzi in diverse scene si ridere anche molto!), come invece lo sono di solito le pellicole su questo argomento, tipo Mississippi Burning per intenderci (pellicola di tutto rispetto, ma la pesantezza!). Si è evidentemente cercato di rendere più leggero un film su temi assolutamente delicati e sempre contemporanei. Certo non è che mostri le forme di intolleranza come una fiaba della Disney, ma il punto di vista è più edulcorato (permettetemi il termine dotto, ma credo sia il più azzeccato). Anzi il finale è un po’ dolceamaro perché infondo il problema di base non è affatto risolto, ma perlomeno le protagoniste vivono il resto delle loro vite in modo migliore. Se volete chiamarlo lieto fine..!?

Per concludere, voglio solo aggiungere una nota sulle attrici principali. Emma Stone, la grande stella nascente di Hollywood, non delude neanche in un ruolo drammatico (pur preferendola in commedie. Easy A resta un gioiellino della nostra generazione, in attesa di vederla nel nuovo Spider-Man), ma è messa decisamente in ombra dalle altre due protagoniste, Viola Davis (Critics’ Choice Movie Awards come migliore attrice) e Octavia Spencer (Critics’ Choice Movie Awards e Golden Globes come migliore attrice non protagonista), quest’ultima dopo averci abituato a ruoli assolutamente divertenti, fa davvero una grande interpretazione.

Consigliato? Non voglio sbilanciarmi troppo, storia e tematiche sono assolutamente di tutto rispetto, ma non so se il film in sé possa piacere a tutti. A voi l’ultima parola!

Vostro David

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