“Hunger Games, un reality show organizzato ogni anno da
Capital City con una sola regola: uccidi o muori. Ognuno dei Distretti deve
sorteggiare un ragazzo e una ragazza tra i 12 e i 18 anni che verrà gettato
nell’Arena a combattere fino alla morte. Ne sopravvive uno solo…”
Questo l’incipit del libro Hunger Games (di Suzanne Collins, editore Mondadori) e credo che se
vogliate vedere questo film è il caso che lo sappiate. Non il solito fantasy
tra draghi, mondi dentro l’armadio o vampiri, niente smancerie tra innamorati.
Qui si parla di un futuro post apocalittico dove chi è al potere sottomette il
popolo ai suoi, è proprio il caso di dirlo, sporchi giochi. Ma è anche la storia di una
povera ragazza, Katniss (del Distretto 12, il più povero) che non sogna un
futuro, troppo presa a sopravvivere nel suo misero mondo con la sorellina
minore e la madre depressa, che però si ritroverà suo malgrado proprio in
questi giochi al massacro. Ce la farà? Riuscirà a tornare a casa dalla sua
famiglia, dal suo amico Gale? Le probabilità non sono a suo favore, in 74 anni
di giochi solo 2 persone del suo Distretto hanno vinto, lei sarà la numero 3?
Forse sto parlando troppo della storia così come l’ho
imparata nel libro (che una cara amica mi ha fatto leggere quasi un anno fa,
quando per averne una copia dovevi ordinarla e aspettare un mese, mentre ora è
ovunque), ma il bello di questo film sta anche nella fedeltà assoluta al primo volume
di questa appassionante trilogia letteraria. Forse inizialmente è un po’
confusionario (ho dovuto spiegare alle amiche con cui ho visto il film alcuni
dettagli), ma in definitiva è un’ottima trasposizione. Non tralascia niente di
importante e quando cambia qualcosa lo fa per il meglio (soprattutto per evitare monologhi interiori per spiegare certe situazioni). Poteva essere un film
vietato ai minori date le scene di forte violenza, ma il regista Gary Ross ha
ammortizzato questo fattore senza però far perdere di intensità. L’adrenalina
che si sentiva tra le pagine è riportata (se non accentuata) sullo schermo,
ogni emozione di odio, di rabbia, di amore e dolore è lì, pronta ad avvolgervi
in 143 minuti che volano via in uno schiocco di freccia.
La prima parte è carica di attese, tutti i preparativi per i
giochi. Ottime le ambientazioni, rese benissimo le case decrepite del Distretto
12 in
contrasto con i lussuosi e imponenti edifici della ricca Capital City (come i
loro pacchiani abitanti, con strane ed eccentriche acconciature e abiti. L’apparenza prima di tutto). Ed ancora più appassionante la seconda parte,
quella dei veri Hunger Games, tra fitte foreste, strani animali e pericoli di ogni genere in agguato. Non basta
la forza fisica, serve anche astuzia e decisamente molta fortuna, inoltre è
essenziale che chi guardi questo agghiacciante reality si interessi a te, così
che possa pagare molto per poterti dare una mano come sponsor. Ed è qui che entra in gioco
il rapporto particolare che Katniss costruisce
con l’altro tributo del suo Distretto, Peeta. Giocano la carta dell’amore
tragico, i due innamorati sfortunati che finiranno per uccidersi l’un l’altro.
Ma quanto è vero (e soprattutto per chi dei due è vero) e quanto è solo pura
strategia?
La scelta degli attori in un primo momento mi aveva lasciato
dubbioso, ma poi mi sono felicemente ricreduto su Jennifer Lawrence (Katniss) e Josh
Hutcherson (Peeta) che sono stati all’altezza delle grandi aspettative che i loro ruoli da protagonisti richiedevano. Splendida
anche la irriconoscibile Elizabeth Banks (qualche telefilo la ricorderà in
Scrubs o 30 Rock) che interpreta benissimo la stramba guida ai giochi del
Distretto 12, che sembra essere l’unica a trovare eccitante e divertente questa
inquietante situazione. Bravo anche Lenny Kravitz che tolti i panni del
cantante si dà alla recitazione. E come al solito perfetto nel ruolo più
eccentrico di tutti Stanley Tucci, al contrario dell’anonimo (causa anche il
suo ruolo, almeno nel primo film) di Liam Hemsworth, che vediamo giusto in
qualche scena nel ruolo dell'amico di Katniss, Gale.
Preparate i fazzoletti (c’è da piangere), prendete
tranquillanti per tenere a bada il cuore durante le numerose scene ansiosissime
e ricche di colpi di scena, e godetevi questa nuova, originale, adrenalinica avventura
(e non disperatevi per il finale, è stato già ufficializzato il sequel!). In una battaglia alla sopravvivenza (e anche alla voglia di libertà contro la tirannia) tiferete e amerete la giovane protagonista.
Vostro David
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