mercoledì 8 febbraio 2012

L’Angolo del Pilot presenta: House of Lies


Vi avevo detto che non vi facevo aspettare troppo per il primo post di questa rubrica (che spero funzioni e non cada nel dimenticatoio. Io mi impegnerò a scriverla, ma voi vedete di leggerla! :P).



House of Lies. Vi rimando al solito vecchio e caro Wikipedia per la trama, che tra l’altro ho dovuto consultare anche io questa volta perché a metà dell’episodio mi sono reso conto che ancora non capivo che diavolo di lavoro facesse il protagonista!
La particolarità di questa serie è proprio il soggetto. Il protagonista, Martin Kaan, fa il management consulting e se voi sapete cosa vuol dire senza googolarlo, allora avete il mio massimo rispetto perché io non lo sapevo (e non credo di averlo ancora capito del tutto). In effetti ho pensato di vedere questo Pilot solo per un motivo: Kristen Bell.
La adoro dai tempi di Veronica Mars e rivederla in una serie tra i protagonisti principali era un’occasione che non volevo perdere. Certo il suo ruolo di brillante neolaureata in psicologia economica (a quanto pare esiste una specializzazione con questo nome) è piuttosto oscurato dalle stramberie del suo capo o collega o che so io, Martin appunto, quindi non ho potuto apprezzarla a pieno. Ma di certo spicca un po’ di più degli altri due del gruppo di Kaan, due macchiette di cui non si è ben capito il ruolo se non quello di raccontare i fatti degli altri a tutto il gruppo e far partire il power point del progetto che serve per farsi assumere.

Già dalla prima inquadratura si capisce che si tratta di una serie trasmessa su un canale via cavo, Showtime (lo stesso di Dexter per intenderci). Si tratta di due completamente nudi che dormono su un letto, solo che lui dorme al contrario (sì, un 69 per i più maliziosi!) e la prima cosa che mi viene in mente è la pubblicità della Ringo. Ah sì non vi ho detto che lui, Martin, è di colore e lei, la ex moglie (nonché drogata, nonché madre di suo figlio, nonché principale avversaria del suo lavoro) è la classica principessina bianca snob degli Hampton (se non gli Hampton un posto del genere..insomma avete capito). Finita la scena da “postumi di una serata di sesso selvaggio con la propria ex-moglie” e la vergogna di ciò, ci viene presentato il figlio della coppia assurda, che ovviamente non è il classico ragazzino. Dai suoi vestiti e atteggiamenti (e dal fatto che voglia fare la parte di Olivia Newton John nel Grease della scuola) si nota che il bambino ha un po’ di confusione sulla sua identità sessuale (altro fattore da serie da canale a pagamento, nella tv in chiaro certi personaggi non si sognano neanche di metterli, non sia mai che qualche bigotto si possa sconvolgere!). E a concludere il quadro familiare c’è il nonno, padre di Martin, psicologo in pensione che si vede in due scene, ma in entrambe deve mettere, ovviamente, bocca sul modo in cui si deve educare il nipote e sui comportamenti del figlio.

Altra particolarità della serie è il fatto che a volte la storia si blocca e Martin si mette a parlare direttamente con lo spettatore per spiegare il suo lavoro (ottima cosa per capire cosa fanno questi! in pratica aiutano delle grandi aziende ad ottimizzare le spese, almeno credo, però molti di quei discorsi finanziari ed economici non li ho capiti).
Tra paroloni incomprensibili, capatina in Streep club, sveltine lesbo nel bagno di ristoranti e un’altra (etero) in un furgoncino nel parcheggio della scuola, e un video toccante su come sta messa male l’America ora, questo è ciò che accade in una normale giornata di lavoro di Martin Kaan, uno stronzo fissato col suo lavoro (uno squalo se si vuole riprendere il tema della locandina!) che ha una incasinatissima vita privata.

Personalmente non credo di continuare a seguirlo, il soggetto della serie non mi attira, certo è sicuramente originale, ma non fa per me. Consigliato invece a chi vuole vedere qualcosa di diverso, forte ed economicamente interessante.

Commento su Gomiso “strano soggetto per un telefilm devo dirlo XD

Vostro David

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