Vi avevo detto che non vi facevo aspettare troppo per il
primo post di questa rubrica (che spero funzioni e non cada nel dimenticatoio. Io
mi impegnerò a scriverla, ma voi vedete di leggerla! :P).
House of Lies. Vi
rimando al solito vecchio e caro Wikipedia per la trama, che tra l’altro ho dovuto consultare anche io questa volta
perché a metà dell’episodio mi sono reso conto che ancora non capivo che
diavolo di lavoro facesse il protagonista!
La particolarità di questa serie è proprio il soggetto.
Il protagonista, Martin Kaan, fa il management consulting e se voi sapete cosa
vuol dire senza googolarlo, allora avete il mio massimo rispetto perché io non lo
sapevo (e non credo di averlo ancora capito del tutto). In effetti ho pensato
di vedere questo Pilot solo per un motivo: Kristen Bell.
La adoro dai tempi di Veronica
Mars e rivederla in una serie tra i protagonisti principali era
un’occasione che non volevo perdere. Certo il suo ruolo di brillante
neolaureata in psicologia economica (a quanto pare esiste una specializzazione
con questo nome) è piuttosto oscurato dalle stramberie del suo capo o collega o
che so io, Martin appunto, quindi non ho potuto apprezzarla a pieno. Ma di certo
spicca un po’ di più degli altri due del gruppo di Kaan, due macchiette di cui
non si è ben capito il ruolo se non quello di raccontare i fatti degli altri a
tutto il gruppo e far partire il power point del progetto che serve per farsi
assumere.
Già dalla prima inquadratura si capisce che si tratta di una
serie trasmessa su un canale via cavo, Showtime (lo stesso di Dexter per intenderci). Si tratta di due
completamente nudi che dormono su un letto, solo che lui dorme al contrario
(sì, un 69 per i più maliziosi!) e la prima cosa che mi viene in mente è la
pubblicità della Ringo. Ah sì non vi ho detto che lui, Martin, è di colore e
lei, la ex moglie (nonché drogata, nonché madre di suo figlio, nonché
principale avversaria del suo lavoro) è la classica principessina bianca snob
degli Hampton (se non gli Hampton un posto del genere..insomma avete capito).
Finita la scena da “postumi di una serata di sesso selvaggio con la propria
ex-moglie” e la vergogna di ciò, ci viene presentato il figlio della coppia
assurda, che ovviamente non è il classico ragazzino. Dai suoi vestiti e
atteggiamenti (e dal fatto che voglia fare la parte di Olivia Newton John nel
Grease della scuola) si nota che il bambino ha un po’ di confusione sulla sua
identità sessuale (altro fattore da serie da canale a pagamento, nella tv in
chiaro certi personaggi non si sognano neanche di metterli, non sia mai che
qualche bigotto si possa sconvolgere!). E a concludere il quadro familiare c’è
il nonno, padre di Martin, psicologo in pensione che si vede in due scene, ma
in entrambe deve mettere, ovviamente, bocca sul modo in cui si deve educare il
nipote e sui comportamenti del figlio.
Altra particolarità della serie è il fatto che a volte la
storia si blocca e Martin si mette a parlare direttamente con lo spettatore per
spiegare il suo lavoro (ottima cosa per capire cosa fanno questi! in pratica
aiutano delle grandi aziende ad ottimizzare le spese, almeno credo,
però molti di quei discorsi finanziari ed economici non li ho capiti).
Tra paroloni incomprensibili, capatina in Streep club,
sveltine lesbo nel bagno di ristoranti e un’altra (etero) in un furgoncino nel
parcheggio della scuola, e un video toccante su come sta messa male l’America
ora, questo è ciò che accade in una normale giornata di lavoro di Martin Kaan,
uno stronzo fissato col suo lavoro (uno squalo se si vuole riprendere il tema della locandina!) che ha una incasinatissima vita privata.
Personalmente non credo di continuare a seguirlo, il
soggetto della serie non mi attira, certo è sicuramente originale, ma non fa
per me. Consigliato invece a chi vuole vedere qualcosa di diverso, forte ed
economicamente interessante.
Commento su Gomiso ““strano soggetto per un telefilm devo dirlo XD””
Vostro David
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